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Le arti marziali rappresentano per molti uno strumento di crescita personale e spirituale in grado di veicolare l´acquisizione di un miglior controllo delle proprie emozioni ed una maggiore fiducia in sé stessi. Accanto ai sostenitori degli effetti positivi, a volte "terapeutici", di queste discipline, vi è la schiera di quanti guardano ad esse come sport violenti che aumentano, ad esempio, i livelli di aggressività dei praticanti. I risultati delle ricerche sperimentali che hanno indagato, fino ad oggi, gli effetti psicosociali delle arti marziali, sembrano riflettere questa duplice visione, evidenziando sia aspetti negativi che positivi. L´incoerenza di questi dati ha condotto numerosi ricercatori a sostenere l´importanza di approfondire lo studio di quei fattori che possono influenzare, più di altri, tali effetti. Lo studio presentato in questo libro cerca di rispondere a questa richiesta, analizzando un modello di mediazione in cui l´orientamento motivazionale, la motivazione auto-determinata e la sportspersonship (sportività) sono considerati gli antecedenti del comportamento aggressivo.

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